Il carisma del bene

 

13100810_473221226201331_4754618749297751157_n

Non mi piace entrare nei supermercati. Immancabilmente contengono più cadaveri e derivati del dolore di quanti umani possano mai entrarvi contemporaneamente. Ciò accade anche in quelli biologici. Non può consolarci il sapere che quel supermercato in particolare non vende “la carne Halal”. Non consola trovare la parola “vegan” qua e là, per quanto faciliti la nostra spesa. Insomma, fare la spesa appunto è una grande fatica emotiva.

Riflettevo in questi giorni sul peso che la rabbia ha nel mio percorso e in quello di tutti coloro che sognano una società umana liberata e liberatrice. Quanto dolore altrui diventa il nostro stesso dolore, e quanto può essere difficile fare spazio all’amore e al bene dentro di noi, quando sappiamo ciò che accade ogni giorno a un infinito numero di creature!

Per alcuni la rabbia è il filo conduttore di ogni azione, di ogni intervento, di ogni confronto. Trovo difficile credere che possa essere costruttiva a lungo termine. Finisce spesso con l’implodere, con il generare situazioni e rapporti negativi, dove il conflitto diviene più importante dello scopo comune, dove gli altri animali spariscono per cedere il palcoscenico al protagonismo dell’Ego.

Per altri la rabbia si trasforma in puntiglio, ricerca della verità assoluta. I termini, mobili e cangianti per natura, diventano cardini fissi che rassicurano e segnano la via, impedendo l’errore, dando un volto preciso all’identità che vogliamo avere. Molte amicizie si rompono, molti sentieri si biforcano, molte possibilità si annullano.

Per altri ancora la rabbia è sofferenza intima che arde generando luce e calore. Luce e calore alimentano un sentimento fortissimo di unione con il dolore di ogni essere, e con tutti quegli umani che provano quelle stesse emozioni. Questo sentimento è l’energia che muove ogni azione, ogni intervento, ogni relazione autentica. Costruisce anziché demolire, si espande anziché implodere.

Solo la luce ingoia il buio. Non esiste una forza interiore più grande.

 

(Giusi Ferrari)